Il 31 maggio 1962, alla presenza delle autorità, è stata posata la prima pietra del Villaggio SOS di Trento. Esattamente un anno dopo, cinque case erano state costruite e tre di esse si aprivano all’accoglienza di bambini/ragazzi provenienti da istituti provinciali, spesso gruppi di fratelli che fino a quel momento non avevano vissuto assieme. Iniziava così quella che si può definire la fase fondativa del Villaggio, attraverso l’applicazione del modello di H. Gmeiner basato su quattro principi: la Mamma, la Fratellanza, la Casa e il Villaggio. Nel corso degli anni Sessanta e Settanta si andava consolidando ed ampliando questa esperienza attraverso la realizzazione di altre unità abitative: si arriverà in seguito ad un totale di dieci case più quella destinata alla famiglia del Direttore. Si andava inoltre completando il progetto educativo attraverso la costruzione della così detta “Casa dei giovani”, servizio dedicato agli adolescenti, realizzata nella Baita don Onorio ristrutturata grazie all’intervento dei volontari dell’Ana. Erano gli anni in cui il Villaggio cominciava a farsi conoscere e a diventare destinatario di sostegno economico da parte di tante persone anche nella forma di lasciti testamentari: inizierà a costituirsi un piccolo “patrimonio immobiliare” successivamente utilizzato per offrire ospitalità ad ex ragazzi o a famiglie in difficoltà o per ampliare la tipologia di servizi offerti.